I lucchetti dell’amore
Thursday, August 30th, 2007In molt* ormai avranno sentito parlare del dilagante fenomeno partito dalle pagine di un libro di Federico Moccia: il giuramento di eterno amore che due protagonisti di un suo romanzo sanciscono con un lucchetto chiuso su un lampione del Ponte Milvio a Roma, gettando la chiave nel Tevere.
La faccenda sta assumendo dei contorni esasperati, con decine di servizi televisivi (principalmente Mediaset) girati sul ponte a testimonianza delle migliaia di coppie intente ad emulare il gesto raccontato da Moccia e che hanno posizionato talmente tanti lucchetti che il tal lampione il 13 aprile scorso è quasi crollato. Questa mania ha catturato anche gli interessi della rete, portando alla creazione di un sito con tanto di esuberanti modelle ed un catalogo di puro trash-merchandising con cui spillare soldi alle famiglie dei poveri adolescenti, cascati in un morboso gioco collettivo dell'ammore. Sempre nello stesso sito è presentata una specie di "storia della lucchettomania", da cui si impara che i primi ossessionati a lanciare questa moda furono dei militari al termine del loro servizio di leva: una tradizione iniziata nel migliore dei modi e con i più alti propositi, mi verrebbe da sentenziare… Vi sono poi le immagini dei vari casi di emulazione che stanno saltando fuori un po' in tutta Italia, da nord a sud indiscriminatamente.
Anch'io mi sono avvicinato all'argomento capitando casualmente in uno di questi luoghi presi di mira dai sedicenti innamorati, intenti ad inchiodare i loro sentimenti ad una inferriata verde sopra un piccolo ponte di Ravenna detto "pontino": un luogo con una storia tutta particolare per i giovani un po' più irrequieti della mia città (tanto per intenderci, in molt* hanno fumato la prima canna in questo posto):
Guardo questi lucchetti e penso che il nostro pianeta stia scivolando sempre più verso l'oblio. Cosa posso provare nel momento in cui uno dei sentimenti più potenti dell'essere umano viene collettivamente percepito attraverso l'immagine di un lucchetto? Con quale coscienza mi pongo nei confronti di una ragazza che mi piace, se immagino che quello che provo per lei può essere rappresentato da un attrezzo che serve per imprigionare?
Ho la sensazione che il fulcro da cui nasce questo fenomeno sia lo stesso da cui sgorga il fanatismo religioso. In entrambi avverto la volontà di affermare un sentimento che in realtà diventa mistificato da interessi più grandi dell'uomo fin dal momento in cui esso si concretizza: in pratica, un aborto dell'anima. Provo a cercare degli elementi che ne caratterizzino la genuina derivazione umana, ma non riesco a trovarli. Se guardo questi lucchetti non vedo due innamorati che si fidano l'uno dell'altro, ma una massa informe di donne e uomini che cercano di coprire un vuoto che hanno nel cuore e di cui non riescono a capire l'origine.
Tutto sommato, nulla di nuovo per un mondo che sta morendo lentamente.
Beh alla fine io Moccia non l'ho mai letto e credo che mai lo farò. Ho letto una specie di recensione di una mia amica sull'ultimo libro che ha scritto e questo mi basta. La linko qui. Non che sia una critica letteraria professionaista, ma per quanto riguarda la sensibilità verso i fenomeni di massa giovanili, la Nicole può senza dubbio dire la sua.