Archive for the ‘comunità’ Category

L’epica contemporanea

Wednesday, September 19th, 2007

Tra le forze sotterranee e resistenti di questa epoca così storta, mi sembra che ci sia una parte della cultura diffusa all'interno delle aree industrializzate – cioè quanto viene trasmesso dal media – che ricorda molto da vicino una tradizione di tipo "epico". Come una forza che ritorna a risplendere dopo l'illusoria epoca dei lumi, questa forza che sembra di tradizione medievale è visibili in due aspetti, tra i più cruciali, della letteratura contemporanea: la fantascienza (soprattutto nella sua accezione fantasy) ed il manga. L'uno nato nell'industria occidentale e l'altro in quella orientale, questi generi riportano alcuni elementi in comune e non solamente per quanto riguarda i loro lettori che a volte combaciano.

Un'ispirazione molto frequente fra i rispettivi autori è infatti la scelta di rappresentare storie legate alla mitologia cavalleresca (risalente a fonti precedenti la "consacrazione papale" tardo-medievale) o a personaggi della letteratura classica orientale come i samurai o i monaci combattenti: il Signore degli Anelli e Sun Wukong sono delle pietre miliari che segnano tutto il genere e si rifanno a tali ambienti epici, molto vicini anche dal punto di vista cronologico. Altre curiosità che legano queste tradizioni possono essere le date di nascita di due fra gli autori fondamentali (che riportano le stesse cifre anche se in ordine diverso): Tolkien (1892) e Osamu Tezuka (1928) o l'evoluzione di importanza ottenuta nel settore – partite da una considerazione di "letteratura per ragazzi" per trasformarsi col tempo in un'importante elemento culturale anche per le persone ritenute più adulte. Di forte impatto per entrambe è anche la rappresentazione di scenari futuristici come le svariate serie dei supereroi nostrani o le mitiche storie di cyborg e robot al servizio dell'umanità.

Il momento in cui hanno cominciato ad affermarsi e ad espandersi queste tradizioni è tra la fine del 1800 e l'inizio del secolo successivo. Molto spesso la base di partenza per ogni saga è una velata critica al sistema di produzione industriale: secondo esse, un sistema del genere può trasformarsi in una pericolosa minaccia di orrore e distruzione per l'umanità e solo un eroe dotato di fortissimi poteri può combatterla e vincere, in nome di un amore che è diretta emanazione di una forza quasi sovrumana.

 

Storicamente, l'epica è in grado di muovere i popoli.

Se un giorno l'epica otterrà nuova luce, allora torneremo a vedere un popolo che si muove come non capitava dai tempi del medioevo: un insieme di piccole comunità autonome che crescono liberamente a nuova vita. Nell'antica Grecia o in alcune zone dell'Europa post-romana, i popoli scacciarono la tirannia e le storie che allora si raccontavano attorno al fuoco forse non sono così diverse da quelle che oggi ci scambiamo nei nostri parchetti ai margini delle metropoli.

La legge degli spinelli nei parchetti

Monday, September 10th, 2007

Ci sono certe zone in città che alimentano e continuamente rigenerano una tradizione particolare della storia, la tradizione degli spinelli. A distanze siderali dalla fittizia storia dei manuali accademici che tiene tutto in arresto sopra un evento unico (e stupido: la vittoria in guerra), questo scorcio di storia rappresenta piuttosto quelle tradizioni portate avanti da esseri umani in carne ed ossa – e con dei buoni polmoni.

Queste zone si possono ritrovare in alcuni parchetti oppure negli angoli strani di una piazzetta, fra le panchine di un giardinetto o lungo le sponde di un piccolo canale. In città ne esistono a decine di questi luoghi in cui i ragazzi si trovano per chiaccherare e fumare insieme hascisc o marijuana, in tutta allegria. Periodicamente però, all'incirca il mio trascorso mi porta a considerare ogni decina di anni, le forze armate giungono incazzate nere e nel giro di un mesetto con retate e infamate varie smantellano le giovani combriccole. I motivi di tanta collera sono i più svariati, ma nulla è sufficiente ad impedire che in pochi anni la tradizione degli spinelli torni implacabile a manifestarsi in quegli stessi luoghi, rivelando in modo incontrovertibile le falle di un sistema legale che dimostra di non appartenere alla città.

Provo un certo senso di sicurezza quando vedo queste ciurme di giovani che se ne stanno in dieci, venti tutti insieme a discutere e scambiarsi le storie più assurde, facendo attenzione a non fare troppo rumore che altrimenti qualcuno potrebbe fare la spia. Ma la spia non serve, perché la ciurma quasi ignora che dieci anni prima in quel posto gli sbirri erano già venuti a urlare forte la loro ignoranza, il punto se lo erano segnato e sicuramente hanno intenzione di tornarci. Beh un po' forse la ciurma se lo immagina, ma alla fine… chi se ne sbatte? Probabilmente è questa inespugnabile coscienza di "essere nel giusto" che stimola la sicurezza in un casuale passante, rigenerando una tradizione così forte e irregolare che quasi sembra appartenere alla storia della gente.

 

Sangue Misto – cani sciolti

Blog Action Day

Monday, August 27th, 2007

 

Associo questo, alle migliaia di altri blog sparsi in giro per il mondo virtuale che hanno deciso di aderire all'iniziativa del blog action day. Si tratta di un'idea semplice semplice: ognuno di questi pubblicherà in data 15 ottobre un post che riguarda l'ambiente e poi tutti insieme vedremo quel che succederà.

La partecipazione è aperta (e consigliata) a tutt*. Sul sito c'è la spiegazione tecnica per aderire all'iniziativa e farsi contare, anche se ciò che conta di più è il gesto in favore dell'ambiente che il 15 ottobre chiunque potrà fare. 

 

video youtube di presentazione 

La penisola che non c’è

Monday, July 9th, 2007

—> Questo splendido panorama è la visuale che si può ammirare dalla cima del blocco di granito più elevato della Valle della Luna: il "Teschio", così chiamato a causa della sua particolare forma. Sembra infatti un cranio che scruta il mare (anche se a me, questo blocco, ha sempre più ricordato la faccia di un gorilla). La stretta zona verde fra i due muri di roccia, culminante in quella caletta sabbiosa, è il punto propriamente chiamato Prima Valle dato che in realtà sono 7/8 – a seconda delle interpretazioni – le valli di cui si compone il complesso della Luna.

La Valle della Luna è quel posto mitico situato nella Sardegna del nord nei pressi di Santa Teresa di Gallura, più precisamente sulle sponde della piccola penisola di Capo Testa di fronte alla Corsica. Anche se rappresenta uno dei luoghi più anticamente abitati dall'essere umano in Europa – una fitta serie di reperti archeologici lo attesta – la Valle per molte persone è ancora un sogno, uno spazio indefinito fra terra, mare e cielo. Le maestose rocce di granito bianco a picco sull'acqua creano un intenso paesaggio lunare, increspato da decine di forme disegnate ed aggraziate dal vento in grado di plasmare ancora invisibili anfratti, dove giovani di ogni età trovano riparo come in piccole ed accoglienti dimore.

Ogni persona in Valle ha una storia diversa e ogni storia è la pagina di un libro che tutt* collaborano a scrivere dal 1970, anno in cui un non-meglio-precisato gruppo di hippies (provenienti da comuni sparse per l'Italia, dai vecchi Indiani Padani e da altre situazioni del genere) si insediò in Valle creando una nuova tradizione di condivisione universale. Come ricordavo più sopra questo angolo della Gallura è abitato da millenni, ma secondo la testimonianza di diversi reduci, fu proprio nell'estate del 1970 che qualcosa di importante vi ri-nacque. Da allora più di una generazione di strenui e pacifici amanti della natura e della libera espressione l'hanno popolata di colori, musiche e passioni difficilmente ritrovabili altrove: ogni estate, un insieme variopinto ed eterogeneo di viaggiatori si ritrova fra queste rocce per vivere esperienze comuni ai confini della realtà, attuando una dolce sovversione degli stili di vita che fuori da lì, nella civiltà, opprimono gli spiriti con le loro catene invisibili. In Valle non esistono catene e fra i suoi sentieri la sola legge che vige è quella del dialogo e della fratellanza. Questa natura unica dei rapporti che le persone vivono in Valle è uno degli elementi che in tutto il mondo ne alimenta la leggenda.

Commetterei una leggerezza se dicessi che quì la vita è tutta rosa e fiori. I momenti delicati, carichi di difficoltà, esistono anche in Valle: molto spesso queste difficoltà si chiamano con i nomi di alcol e stupefacenti. L'assoluta libertà che regna in tutta la zona a volte dà alla testa e chi non è abituato a gestire in modo diretto e personale la propria intimità può cadere vittima di oscure illusioni. In questi ultimi 40 anni ci sono stati periodi di alti e bassi, tra chi ha voluto intendere la Valle esclusivamente come luogo di sballo e chi l'ha eletta a prezioso spazio per lasciar correre gli impeti della propria anima. Queste due posizioni a volte entrano in contrasto, ma nessuno mai ha vietato di drogarsi in Valle (come ogni altro tipo di
divieto, in Valle non può esistere): forse dovrebbe accadere più spesso, ma in certi casi succede che alcuni esperti "viaggiatori" tentano di instillare nelle nuove generazioni un approccio più corretto
verso le droghe, basato maggiormente sulla condivisione dell'esperienza extrasensoriale e sull'apertura verso le essenze che scorrazzano simpaticamente per il cosmo. A volte si discute e altre volte può capitare di litigare, ma la certezza è sempre e solo la stessa: quando gli sbirri arrivano con le loro roboanti retate all'alba, le tensioni si acuiscono.

Da qualche tempo un gruppo di abitanti della Valle, guidati dalla tenacia di una giovane sassarese, ha avviato un progetto di apertura verso l'esterno, appoggiato da molti all'interno della "comunità" ma in certi episodi anche criticato. Si tratta della costituzione di una piccola ed informale community online, formata da un blog sul server di vagabondo.net e composta da alcune decine di abituali frequentatori delle grotte di Gallura più svariati curiosi visitatori che fra loro scambiano informazioni ed opinioni, raccontano di esperienze passate e future e si confrontano sui problemi che affliggono la Valle. Il progetto ha cominciato ad imporsi come funzionale punto di riferimento per alcuni valligiani all'incirca un anno fa, quando le cronache giornalistiche di tutta Italia – in modo visibilmente coordinato – iniziarono una campagna denigratoria nei confronti della Valle, impugnando da parte loro la presenza di una bambina risultata abbandonata durante i controlli per una di quelle sciagurate retate dei caramba di cui parlavo sopra. La vicenda risultò poi essere una montatura colossale e per approfondire le certezze, molti valligiani si interessarono appunto al blog. Così è nata un'importante risorsa virtuale a difesa della Valle e dei suoi principi, ricca di documentazioni "orali" e di immagini. Quì le coordinate per raggiungerla:

blog

forum

fotografie

 

La Valle della Luna è un luogo speciale: la sconcertante e positiva energia rilasciata notte e giorno dalle sue rocce è stata in grado di costituire un mito internazionale per almeno tre generazioni di rivoluzionari sognatori. Questo, a mio parere, è il dato più eclatante: la vita, il nome e le regole di questa comunità non sono attribuibili in nessun modo a persone fisiche specifiche. Tutta questa forza proviene direttamente dal granito delle rocce e chiunque, prima o poi – in un modo o nell'altro, si ritroverà con la Valle in persona a fare i conti di quanto si merita. Perché come mi ricordava un'amica, la Valle "ha dei mezzi molto radicali per farti capire che non gli piaci".

Tutt* coloro che sono in grado di attuare un regime di igiene personale e collettiva in luoghi impervi e ritengono, per motivi più o meno razionali, di essere gradit* alla Valle possono già prepararsi: una comoda ed elegante grotta è sempre pronta in attesa di essere vissuta.

(foto by Morgan)