La penisola che non c’è

—> Questo splendido panorama è la visuale che si può ammirare dalla cima del blocco di granito più elevato della Valle della Luna: il "Teschio", così chiamato a causa della sua particolare forma. Sembra infatti un cranio che scruta il mare (anche se a me, questo blocco, ha sempre più ricordato la faccia di un gorilla). La stretta zona verde fra i due muri di roccia, culminante in quella caletta sabbiosa, è il punto propriamente chiamato Prima Valle dato che in realtà sono 7/8 – a seconda delle interpretazioni – le valli di cui si compone il complesso della Luna.

La Valle della Luna è quel posto mitico situato nella Sardegna del nord nei pressi di Santa Teresa di Gallura, più precisamente sulle sponde della piccola penisola di Capo Testa di fronte alla Corsica. Anche se rappresenta uno dei luoghi più anticamente abitati dall'essere umano in Europa – una fitta serie di reperti archeologici lo attesta – la Valle per molte persone è ancora un sogno, uno spazio indefinito fra terra, mare e cielo. Le maestose rocce di granito bianco a picco sull'acqua creano un intenso paesaggio lunare, increspato da decine di forme disegnate ed aggraziate dal vento in grado di plasmare ancora invisibili anfratti, dove giovani di ogni età trovano riparo come in piccole ed accoglienti dimore.

Ogni persona in Valle ha una storia diversa e ogni storia è la pagina di un libro che tutt* collaborano a scrivere dal 1970, anno in cui un non-meglio-precisato gruppo di hippies (provenienti da comuni sparse per l'Italia, dai vecchi Indiani Padani e da altre situazioni del genere) si insediò in Valle creando una nuova tradizione di condivisione universale. Come ricordavo più sopra questo angolo della Gallura è abitato da millenni, ma secondo la testimonianza di diversi reduci, fu proprio nell'estate del 1970 che qualcosa di importante vi ri-nacque. Da allora più di una generazione di strenui e pacifici amanti della natura e della libera espressione l'hanno popolata di colori, musiche e passioni difficilmente ritrovabili altrove: ogni estate, un insieme variopinto ed eterogeneo di viaggiatori si ritrova fra queste rocce per vivere esperienze comuni ai confini della realtà, attuando una dolce sovversione degli stili di vita che fuori da lì, nella civiltà, opprimono gli spiriti con le loro catene invisibili. In Valle non esistono catene e fra i suoi sentieri la sola legge che vige è quella del dialogo e della fratellanza. Questa natura unica dei rapporti che le persone vivono in Valle è uno degli elementi che in tutto il mondo ne alimenta la leggenda.

Commetterei una leggerezza se dicessi che quì la vita è tutta rosa e fiori. I momenti delicati, carichi di difficoltà, esistono anche in Valle: molto spesso queste difficoltà si chiamano con i nomi di alcol e stupefacenti. L'assoluta libertà che regna in tutta la zona a volte dà alla testa e chi non è abituato a gestire in modo diretto e personale la propria intimità può cadere vittima di oscure illusioni. In questi ultimi 40 anni ci sono stati periodi di alti e bassi, tra chi ha voluto intendere la Valle esclusivamente come luogo di sballo e chi l'ha eletta a prezioso spazio per lasciar correre gli impeti della propria anima. Queste due posizioni a volte entrano in contrasto, ma nessuno mai ha vietato di drogarsi in Valle (come ogni altro tipo di
divieto, in Valle non può esistere): forse dovrebbe accadere più spesso, ma in certi casi succede che alcuni esperti "viaggiatori" tentano di instillare nelle nuove generazioni un approccio più corretto
verso le droghe, basato maggiormente sulla condivisione dell'esperienza extrasensoriale e sull'apertura verso le essenze che scorrazzano simpaticamente per il cosmo. A volte si discute e altre volte può capitare di litigare, ma la certezza è sempre e solo la stessa: quando gli sbirri arrivano con le loro roboanti retate all'alba, le tensioni si acuiscono.

Da qualche tempo un gruppo di abitanti della Valle, guidati dalla tenacia di una giovane sassarese, ha avviato un progetto di apertura verso l'esterno, appoggiato da molti all'interno della "comunità" ma in certi episodi anche criticato. Si tratta della costituzione di una piccola ed informale community online, formata da un blog sul server di vagabondo.net e composta da alcune decine di abituali frequentatori delle grotte di Gallura più svariati curiosi visitatori che fra loro scambiano informazioni ed opinioni, raccontano di esperienze passate e future e si confrontano sui problemi che affliggono la Valle. Il progetto ha cominciato ad imporsi come funzionale punto di riferimento per alcuni valligiani all'incirca un anno fa, quando le cronache giornalistiche di tutta Italia – in modo visibilmente coordinato – iniziarono una campagna denigratoria nei confronti della Valle, impugnando da parte loro la presenza di una bambina risultata abbandonata durante i controlli per una di quelle sciagurate retate dei caramba di cui parlavo sopra. La vicenda risultò poi essere una montatura colossale e per approfondire le certezze, molti valligiani si interessarono appunto al blog. Così è nata un'importante risorsa virtuale a difesa della Valle e dei suoi principi, ricca di documentazioni "orali" e di immagini. Quì le coordinate per raggiungerla:

blog

forum

fotografie

 

La Valle della Luna è un luogo speciale: la sconcertante e positiva energia rilasciata notte e giorno dalle sue rocce è stata in grado di costituire un mito internazionale per almeno tre generazioni di rivoluzionari sognatori. Questo, a mio parere, è il dato più eclatante: la vita, il nome e le regole di questa comunità non sono attribuibili in nessun modo a persone fisiche specifiche. Tutta questa forza proviene direttamente dal granito delle rocce e chiunque, prima o poi – in un modo o nell'altro, si ritroverà con la Valle in persona a fare i conti di quanto si merita. Perché come mi ricordava un'amica, la Valle "ha dei mezzi molto radicali per farti capire che non gli piaci".

Tutt* coloro che sono in grado di attuare un regime di igiene personale e collettiva in luoghi impervi e ritengono, per motivi più o meno razionali, di essere gradit* alla Valle possono già prepararsi: una comoda ed elegante grotta è sempre pronta in attesa di essere vissuta.

(foto by Morgan) 

4 Responses to “La penisola che non c’è”

  1. mn Says:

    ho sempre desiderato visitare questa famosa valle e credo che questa estate ci andrò.

  2. brisa74 Says:

    Ma chi è questa amica di cui parli? La conosco per caso? 😛 Stupendo articolo!!!! Smack! :*

  3. magomerlino Says:

    hai dato una bella immagine della valle, bravo,.

  4. novus Says:

    vi ringrazio per questi commenti.. scusate se rispondo dopo più di un mese, ma ho capito solo ora come far apparire tutti i commenti!