Cannabis Social Club
In alcuni paesi del nord Europa, i governi hanno depenalizzato il consumo ed il possesso di (modeste) quantità di cannabis. Tuttavia rimangono larghe fasce di popolazione che quotidianamente alimentano i traffici criminali per soddisfare i propri consumi psichedelici.
Dopo la positiva esperienza di Anversa, dove l'associazione “Trekt Uw Plant” (crescete la vostra pianta) ha installato una piantagione collettiva di cannabis per chi non ha la possibilità di coltivarla in proprio, anche in Spagna e in altre zone d'Europa è cominciata una campagna per riconoscere i diritti dei fumatori e regolamentare la produzione e la commercializzazione della sostanza. Si tratta dei Cannabis Social Clubs (CSC).
Dal sito apprendiamo che “i CSC sono associazioni senza fine di lucro che organizzano la
coltivazione professionale collettiva di una quantità molto limitata di
cannabis sufficiente a soddisfare i bisogni personali dei membri del
club. La cultura, il trasporto e la distribuzione devono essere
sottoposti a controlli di sicurezza e di qualità, senza pubblicità né
insegna né vetrina. I membri assicurano l’equilibrio finanziario del
sistema versando una tassa che varia in funzione dei loro bisogni. Non
deve esserci commercio di cannabis. I membri si devono impegnare a non
vendere cannabis e a non incitare altre persone al consumo, soprattutto
se minorenni.” Questi modelli rappresentano una realtà adattabile alle varie legislazioni esistenti ed oltre alla costituzione dei circoli privati, i CSC si propongono anche come soggetti politici competenti in materia di depenalizzazione, offrendo diverse soluzioni legali al problema.
Dalla pagine di encod.org potrete trarre maggiori informazioni.
Nel frattempo è stata lanciata una petizione online per sostenere il progetto Cannabis Social Club e fare pressione sui governi europei.