Archive for the ‘personaggi’ Category

Benedetto XVI e la giornata della memoria corta

Sunday, January 27th, 2008

Oggi 27 gennaio, mentre gran parte dei media si occupa delle celebrazioni per il Giorno della Memoria, il caro vecchio Ratzinger ne ha fatta un’altra delle sue.

Stamane, durante il consueto Angelus domenicale, il papa ha voluto celebrare questo 27 gennaio in modo originale: ricordando la 55° giornata mondiale dei malati di lebbra.

A parte le ciniche battute che si possono ovviamente lasciar da parte quando si parla allo stesso tempo di ebrei e malati di lebbra e tutta la sofferenza che sta dietro alla malattia, questa uscita di Ratzinger non fa che aggiungere sospetti sui trascorsi giovanili del papa e sulle sue inclinazioni antisemite.

Nel flusso d’informazioni che compone il sistema mediatico contemporaneo, talune omissioni possono equivalere all’affermazione di altri significati. E quando la più importante istituzione religiosa europea si "dimentica" di ricordare lo sterminio degli ebrei, siamo di fronte ad una presa di posizione più che precisa.

Il mistero degli ebrei

Tuesday, November 6th, 2007

Il fondamentale contributo che alcuni intellettuali di origine ebrea
hanno saputo infondere nella cultura europea tra la fine dell’800 e
l’inizio del ‘900 rimane per me un mistero. Personaggi del calibro di Karl Marx, Leon Trotsky, Ferdinand Lassalle, Henri Bergson, Sigmund Freud, Albert Einstein, Heinrich Hertz, Lev Vygotskij, Arnold Schonberg o Franz Kafka
possono definirsi a tutti gli effetti come "padri fondatori" dell’attuale società occidentale e tuttavia discendono da un ramo della
popolazione europea che al tempo rappresentava circa il 2 % della
totalità, oltre ad essere una componente particolarmente avversata dalla
maggioranza
cristiana. C’è da dire che quasi tutte queste persone,
nonostante fossero nate e spesso cresciute in ambienti ebraici, hanno
più o meno ripudiato la vita giudaica per assimilarsi alla vita
sostanzialmente laica degli ambienti cristiani europei dell’epoca.

sefiroth
Dopo le note vicende che hanno segnato la recente storia degli ebrei, questi si sono notevolmente ridimensionati: sia
dal punto di vista demografico (la II guerra mondiale ha visto
scomparire circa un terzo degli ebrei che abitavano il pianeta), sia –
conseguentemente – dal punto di vista intellettuale. Oggi, se penso a
importanti figure di famiglia ebraica dal dopoguerra, mi vengono in mente i
filosofi Herbert Marcuse, André Gorz e Jacques Derrida, i sociologi Erich Fromm e Zygmunt Bauman, il linguista Noam Chomsky, l’antropologo Claude Levi-Strauss, il pubblicitario Bill Bernbach, il pittore Marc Chagall, i registi Alejandro Jodorowsky e Werner Herzog, i menestrelli Bob Dylan e Lou Reed e le etichette discografiche Constellation dei Godspeed You Black Emperor e Tzadik
di John Zorn. Figure che per certi versi non rappresentano
quella rivoluzione culturale che hanno aperto gli intellettuali
nominati precedentemente, ma forse potrebbe essere ancora presto per dirlo…

Alcuni
hanno detto che la struttura mentale del monismo religioso, elemento caratterizzante dell’ebraicità, è facilmente adattabile a quella del monismo di tipo scientifico che sta
alla base del pensiero globale contemporaneo. E’ un’ipotesi da non
sottovalutare.

In
tutto ciò si nota la profonda spinta al cambiamento ed alla rivoluzione
che questa piccola comunità è stata in grado di dare all’Europa. Ci
sono poi anche degli aspetti politici interessanti: diversi studiosi
ritengono che i princìpi del socialismo siano una sorta di
riproposizione dei princìpi mosaici ed effettivamente ci sono molti
punti d’incontro fra i due sistemi; altri dicono che in particolare il
pensiero socialista rivoluzionario (che più tardi verrà stabilmente
chiamato anarchismo) è stato influenzato da alcuni di questi "ebrei assimilati"
di fine secolo XIX: Rosa Luxemburg, Emma Goldman e Gustav Landauer lo rappresentano. Di fatto, tra le pagine del suo personale Diario, nel 1898 Theodor Herzl
riportava di come fosse riuscito a suscitare una buona impressione sul
ministro degli esteri del Kaiser Guglielmo II (tale ministro von Bülow)
durante un colloquio ufficiale, quando lo rassicurò del fatto che, tra
i positivi effetti apportati dal nascente sionismo, ci sarebbe stata una generale
ripulita di tutti gli "ebrei sovversivi" che militavano nei "partiti di opposizione, e addiritura antimonarchici":
una grave mancanza di rispetto che gli ebrei stavano
mostrando all’Imperatore di Germania, il quale molto benevolente li
stava accogliendo fra i suoi sudditi.

E’ un
peccato che gli sviluppi dello Stato di Israele alimentino oggi, per gli ebrei, quella fama di terribili tagliagole: forse non è un
caso che tutti i personaggi che nomino in questo testo sono ebrei che
hanno vissuto in comunità estremamente laiche all’esterno di Israele.
Penso che questa sia anche una delle
cause principali che oscura una percezione dei motivi che condussero i
governi di mezzo mondo ad appoggiare Hitler e la sua folle impresa volta
ad
estinguere la "razza" ebraica dalla faccia della terra: quasi una corsa ad eliminare il
libero pensiero.

 

(sopra, una tavola delle Sefirot: il sistema grafico della mistica ebraica che rappresenta l’emanazione della divinità) 

Andy McKee, la chitarra con un’armonia nuova

Sunday, August 5th, 2007

Questo ragazzone nato nel 1979 a Topeka (Kansas) sta diventando un vero e proprio mito per gli amanti della chitarra. Grazie a Drifting, questo video postato su YouTube dalla sua etichetta discografica (CANdYRAT) alla fine dell'anno scorso, McKee ha conosciuto – meritandosela appieno – una fama internazionale che fino ad un anno fa non era immaginabile.

La notorietà di McKee deriva dalla pazzesca capacità che ha sviluppato nell'arte del fingerstyle (o fingerpicking), la tecnica chitarristica basata soprattutto sugli arpeggi, alla quale aggiunge un notevolissimo talento ritmico che gli permette di eseguire con ogni mano una melodia completamente diversa da quella che sta eseguendo con l'altra. Le possibilità che derivano da questa combo micidiale gli permettono di elaborare continuamente nuove tecniche di suono per la chitarra.

Alcuni hanno già accostato il suo nome a quello di altri grandi chitarristi che nel passato seppero rivoluzionare l'approccio tecnico verso questo strumento, come Michael Hedges, Don Ross o il mitico John Fahey, arrivando infine a concorrere ad armi pari – secondo il mio parere – con gli attuali mostri sacri del fingerstyle quali Jack Rose e Sir Richard Bishop.

Su YouTube ci sono molti altri video di McKee, se gradite il suo modo di suonare consiglio una rapida ricerca.

Danielita

Friday, August 3rd, 2007

La notte appena trascorsa ha portato via con sé una persona speciale, un piccolo passerottino da combattimento che non si è mai arreso di fronte a nulla. Danielita era la ragazza coi capelli rossi più forte del mondo, nel senso che col mondo ci faceva spesso a pugni ed ogni volta – nonostante le trasfusioni e le dialisi che l'accompagnavano da vent'anni – ne usciva a testa alta.

Danielita, che conosceva bene il valore della vita, ha saputo mettere la sua scintillante energia a disposizione del vivere comune donando a Ravenna un'amore che personalmente non avevo mai conosciuto: in questa città grigia ed assopita, perennemente in attesa di una scossa, il suo fuoco ha riacceso molti animi.

Il ricordo della nostra Danielita sarà una guida eccezionale per chiunque vorrà lottare contro le ingiustizie eterne e quotidiane. Il suo sguardo benevolo, dall'alto dei cieli in cui adesso vola, ci sta già proteggendo.

Grazie Dani

 

Daniela Versari

 

Gustav Landauer

Saturday, June 16th, 2007

landauerEssendo appassionato delle figure che animarono la vivace scena culturale degli ebrei europei a cavallo tra i secoli XIX e XX, ultimamente mi sono capitate tra le mani le vicende di questo erudito letterato, cruciale attivista politico, della Germania pre-hitleriana: Gustav Landauer.

Alcuni storici lo definiscono come un anarchico-religioso e a me questa definizione piace. Anche se è bene precisare che la sua naturale religione di appartenenza, l'ebraismo, G.L. non l'ha mai seriamente presa in considerazione: era infatti un ebreo assimilato, che aveva cioè eliminato qualunque rapporto formale con la struttura culturale giudaica proclamandosi prima di tutto cittadini tedesco – un po' come Marx per intenderci – mantenendo tuttavia alcuni naturali legami sanguigni con la madre ed un cugino che continueranno a sostenerlo fino alla fine dei sui giorni (ricordo che l'ebraismo, secondo la Bibbia, è a discendenza matrilineare).

Nato nel 1870 in Germania (Karlsruhe), visse la sua esistenza mantenendosi come pubblicista presso diversi quotidiani dell'epoca. Anche se con molte difficoltà, perché il suo attivismo politico di gioventù, portato avanti con alcuni gruppi anarchici soprattutto di Berlino, gli fece ben presto chiudere tutte le porte verso gli incarichi professionali che una mente come la sua avrebbe meritato. Venne incarcerato più volte nel corso degli anni '90 per istigazione alla disobbedienza nei confronti dello Stato e per agitazioni simili, anche se ogni volta manifestava il suo pensiero secondo una profonda indole pacifista (fu tra i primissimi pacifisti tedeschi). Dopo lunghe peripezie, riuscì a stabilizzare il proprio lavoro conducendo un quotidiano da lui fondato: "Der Sozialist", che un importante letterato dell'epoca come Martin Buber giudicò il miglior giornale tedesco. E' soprattutto in queste pubblicazioni che L. rivelerà il proprio pensiero che ben presto finì per contrapporlo sia alla nascente e rampante socialdemocrazia, sia a numerose posizioni anarchiche (di cui criticava in sostanza l'eccessiva burocratizzazione). Non per questo terminò le sue collaborazioni con gli anarchici, coi quali finì per lavorare in veste di redattore al servizio delle testate di compagn* che man mano venivano a trovarsi in difficoltà.

Sempre con gli anarchici farà la sua più importante esperienza politica, figurando come una specie di ministro dell'istruzione nella Repubblica dei Consigli di Baviera che socialdemocratici radicali, comunisti ed anarchici fondarono nel 1918 a Monaco. E' quì infatti che i suoi contrasti con le politiche militari e burocratiche dei marxisti sfociarono in totale disaccordo, tanto da venire progressivamente allontanato da questi nel momento in cui gli anarchici diventarono ingombranti per le sorti della Munchener Ràterepublik. Senza più protezioni, L. finirà per essere ucciso dai primi Freikorps: i raggruppamenti militari da cui poi nacquero le SS naziste, che lo prelevarono il pomeriggio del 1 maggio 1919 e lo massacrarono di botte fino alla morte avvenuta il giorno seguente presso la caserma di Stadelbeim.

Le aspirazioni "religiose" di L. non hanno niente a che vedere con intricate elaborazioni spirituali o con statiche osservazioni di sistemi positivi: il suo aspetto religioso si concentra più su quella tradizione che va dai profeti ai movimenti anabattisti e si incrocia con le aspirazioni dell'anarchismo nell'esaltazione dell'individuo inteso come centro della comunità. Rivoltandosi contro la cultura moderna che distrugge l'uomo creandogli il deserto attorno, L. vede nel socialismo la possibilità di ricostruire un mondo più umano fondato sul mutuo soccorso e la cooperazione, dove una fitta rete di rapporti liberi, fluidi e vitali, come degli empatici legami di fratellanza, possano concorrere ad una rigenerazione in grado di spezzare la sterile routine che soffoca gli individui sotto la violenza e la burocratizzazione dello Stato.

Purtroppo in Italia le opere di L. non hanno quasi mai trovato redazione. Esiste una traduzione del suo libro fondamentale, La Rivoluzione (scritto del 1907), stampato nel 1970 dall'editore Carucci ma praticamente introvabile se non in qualche biblioteca ben fornita. Di questo libro dovrebbe esistere anche un'altra edizione italiana del 2002, dell'editore pescarese Samizdat ma le vicende di quest'ultimo sono oscure e difficilmente contattabili. E' un'opera che definirei più vicina ad un trattato di filosofia della storia, piuttosto che di anarchismo o religione, ma la forza e la freschezza di questo testo delineano chiaramente le direttrici di un pensiero che ancora oggi sarebbe all'avanguardia.